INTERVISTA A GIACOMO MAGISTRELLI

Dal mese di settembre in casa Dolphins c’è un nuovo fisioterapista. Si tratta di Giacomo Magistrelli. Un nome già sentito in casa GLS Dolphins Ancona. Lo abbiamo raggiunto per scambiarci quattro chiacchiere.

Ciao Giacomo e grazie del tempo che riesci a dedicarci. Allora anzitutto, puoi dirci di preciso quale sarebbe la tua qualifica? «Buongiorno a tutti. Sono un massofisioterapista e un osteopata».

E nei Dolphins cosa fai di preciso? «Gestisco l’infortunio che avviene sul campo. Tampono nell’immediato diciamo. E poi, ancora, durante la settimana si lavora per far rientrare l’atleta nel modo migliore possibile. Sono infatti presente agli allenamenti come alle partite. In settimana opero invece negli studi in cui mi appoggio, cioè il Magistrelli di Ancona e il Kara di Falconara».

Un compito essenziale il tuo. «Occorre trovare il giusto equilibrio tra l’atleta che scalpita e vorrebbe essere subito in campo con la sua salute e l’essere efficiente abbastanza da poter rendere in partita. Ma devo dire che l’ausilio del medico per tutto questo è determinante, sia chiaro».

Cosa ti colpisce di più del mondo Dolphins: «Il rapporto che si riesce ad instaurare con la dirigenza e la squadra. Se uno può aiutare l’altro lo si fa molto volentieri. È un unico progetto comune quello di cui si fa parte. E quando uno vede l’impegno incommensurabile che profondono allenatori e dirigenti, dare una mano ti ripaga».

Non è la tua prima esperienza ai Dolphins: «Esatto è la seconda. Circa 8-9 anni fa tramite amicizie comuni sono entrato in contatto con Leonardo Lombardi e Paolo Belvederesi. Ho accettato di buon grado. Già trattavo pallavolo e calcio e mi sono detto “Ma si, vediamo pure il football americano va”. L’incontro è stato pertanto casuale ma tutto si è ben incastrato alla perfezione».

Poi hai scelto altre strade: «Nel 2017, mi pare, causa impegni di studio, non riuscivo più a collaborare a dovere e ho dovuto interrompere. Ma adesso che si è ripresentata l’opportunità sono tornato con tanto entusiasmo. Era stata un’esperienza che mi aveva dato tanto umanamente e professionalmente e dunque ci riproviamo. Tanti ragazzi che erano nel settore giovanile adesso sono in prima squadra».

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