FINS UP CAMP 3, IL BILANCIO DEL RESPONSABILE TECNICO ROBERTO ROTELLI

Si conclude oggi l’analisi sul successo del Fins Up Camp 3. Spazio al lavoro sul campo con le considerazioni del direttore tecnico dei GLS Dolphins Ancona Roberto Rotelli.

Coach che camp è stato?
«E’ stato un autentico successo. Una iniziativa fortemente voluta che assume ancor più valore in questo particolare periodo in cui reclutare giovani nelle scuole è per forza di cose è stato impossibile per ben due anni».

Quanti ragazzi avete avuto alla fine?
«Trentacinque ragazzi provenienti da tutta Italia. Alcuni completamente privi di esperienza nel football. Non pochi considerando che, ripeto, il recruiting è stato impossibile per via della pandemia. Ma sotto questo aspetto speriamo di ripartire molto presto. Pertanto il camp conferma tutto ciò che si è fatto di buono in questi anni. Stiamo già lavorando alla quarta edizione e qualche idea è spuntata fuori. Ma ovvio, è presto per parlarne».

Renzo Gallina ha tenuto a specificare che lo staff è stato eccezionale e che è davvero difficile trovare difetti od errori. Concorda?
«Sì. Lo staff è stato tutto straordinario dalla logistica alla cucina. Le ragazze si sono ritrovate a preparare anche settanta pasti. E tutto cibo sano e genuino. Possiamo solo che dire grazie a chiunque ci abbia aiutato. Sotto il profilo del lavoro sul campo idem. Non posso che ringraziare tutti gli allenatori che si sono messi a disposizione dando tutto. La location di San Cassiano è stata straordinaria, idem il campovolo. Il bel tempo ci ha dato una mano. Tutto è filato liscio per il secondo anno di fila anche con il covid, segno che tutte le procedure messe in atto hanno funzionato».

Sotto il piano puramente tecnico, come sono andati gli allenamenti?
«Molto bene. Siamo riusciti a toccare ogni aspetto del football. Ogni fondamentale, ogni ruolo, ogni specialità, compresi gli special team».

Qual è secondo lei la ricetta vincente dei Fins Up Camp?
«Aggregazione e semplicità, divertimento nei momenti di svago e lavoro intenso quando c’è da essere seri. Tanta tanta voglia di imparare e divertirsi. Fare squadra».

E cosa in particolare ha suscitato l’interesse dei ragazzi?
«Sarà che veniamo da una nazione pallonara, ma ho visto un acceso interesse per il calcio della palla. Un momento ed una fase molto cruciale. Poi per le parti più dinamiche, tipo il placcaggio della ruota, i sacchi. Ha suscitato molto interesse tutta la parte relativa agli special team. Anche le ricezioni suscitano molto entusiasmo. Abbiamo evitato ogni tipo di contatto fisico. Infine –conclude Rotelli- mi piace sottolineare che non ci siamo mai dovuti imporre. I ragazzi si sono dotati di una autodisciplina molto buona. Mai abbiamo dovuto dire od urlare di andare a letto, di tenere tutto ordinato eccetera. Sono soddisfazioni».

Anche con gli ospiti le scelte si sono rivelate quanto mai opportune.
«I Ragazzi han seguito con interesse gli interventi di Fabio Tortosa e Giorgio Longhi. Riccardo Merola è stato parte integrante dello staff a tutti gli effetti. Mi ha fatto molto piacere, e ci tengo a sottolinearlo, l’intervento di Mirko Marchetti della palestra X-Treme. Molti i suggerimenti forniti ai ragazzi. E spero sia passato per bene il concetto che in off season occorre fare molta palestra. Il football è questo».

La formula quindi verrà confermata per il Fins Up Camp 4?
«Cambieremo diverse cose perché è giusto migliorarsi, sperimentare e progredire. Ma no, non cambieremo per sopperire a degli errori. Ha davvero funzionato tutto alla perfezione. Ho perso ogni energia. Ci ho messo tre giorni a riprendermi, ma ne è valsa davvero la pena. Ancora, grazie a tutti».

Ed eccolo lo staff tecnico che ha guidato i ragazzi:
direttore tecnico: Roberto Rotelli;
quality Coach,: Rik Parker;
capo allenatore: Andrea Polenta;
assistenti allenatori: Loris Aquinati, Simone Domenichetti, Alessandro Gammelli, Emanuele Gianfelici, Kristian Giardinieri, Riccardo Merola, Matteo Moretti, Raffaele Rotelli, Stefano Serafini, Gianluca Sesta.

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