INTERVISTA AL GIOVANE SAMUELE GATTO

Come più volte si è detto la stagione 2018 dei GLS Dolphins Ancona è stata la stagione dei giovani.
Tra questi uno di quelli che più si è messo in mostra è Samuele Gatto, 19 anni. Posizione fullback e all’occorrenza running back, come il fratello maggiore Davide.
Conosceremo meglio Samuele in questa intervista.
Allora Samuele come giudichi la tua stagione concluda la settimana scorsa?
«Mi sono divertito moltissimo. Ho avuto la chance di giocare molte azioni se non addirittura spezzoni interi di partita. Addirittura in un match impegnativo come quello con i Seamen Milano ho giocato quasi l’intera partita. Ritengo che ciò mi abbia permesso di diventare un giocatore migliore e mi abbia maturato molto anche come persona».
Hai giocato prevalentemente full back e all’occorrenza running back ma per te, al contrario di quello che accade con molti ragazzi, nessun ruolo in difesa.
«E’ vero. Gioco a football da ormai sei anni ma non ho mai giocato in difesa. Né in under 16 ne in under 19. Figuriamoci in prima squadra. Nelle giovanili ho giocato prevalentemente running back, passando fullback nell’ultima stagione».
Sappiamo che ti chiamano “Gattino”, perché sei il fratello minore di Davide Gatto, o “Trattorino”, perché quando parti non ti ferma più nessuno. E ti sei contraddistinto soprattutto per piccole corse centrali. Brevi ma molto efficaci in termini di yard guadagnate. E sono anche molto belle da vedere.
«Sì è vero. La mia statura non molto alta mi permette delle ottime incursioni centrali, dove si trovano la gran parte dei difensori avversari. Ad ogni modo gara dopo gara grazie a blocchi migliori e ad una migliore lettura delle tracce ho fatto anche corse più lunghe».
Però ancora zero touchdown.
«Quello sì. Per ora non ho fatto alcun touchdown».
Ma come sei arrivato al football?
«Giocavo a calcio ma come sport mi aveva stancato. Non avevo più voglia di farlo. I Dolphins si allenavano a Torrette subito dopo di me. Così mio fratello Davide mi ha detto di provare, visto mai mi sarebbe piaciuto? Ho fatto il primo allenamento e non sono più tornato indietro. Anzi, poco dopo mi ha seguito pure mio fratello».
A quindi alla fine sei stato tu a trascinare Davide
«Sì esatto. Lui è il maggiore ma è passato al football dopo aver visto il mio entusiasmo per questo sport scoperto di sorpresa».
Quindi non seguivi il football nemmeno in televisione prima di giocarlo, non eri appassionato.
«Assolutamente no».
Hai giocato la finale del campionato italiano under 19 ed hai giocato in pianta stabile in prima squadra. Un giudizio sui due coach che hai avuto?
«Coach Andrea Polenta era alla prima esperienza alla guida della U19 eppure è stato capace di portarci in finale. Ha saputo capirci, motivarci e condurci alla finale. Coach Roberto Rotelli invece è molto bravo e preparato. Crede molto in noi giovani, ci da spazio e fiducia. Ed E’ un onore averla da parte sua. Crede molto in noi e nella formazione di noi ragazzi. Posso solo che parlar bene di lui».
E il futuro?
«Per raggiunti limiti di età non potrò più far parte delle giovanili ma continuerò a fare football in prima squadra. E’ il mio sport e spero di giocare per molti e molti anni. Quest’anno ci siamo fermati alle wild card, quindi per il futuro il mio obiettivo è arrivare minimo alle semifinali o alle finali. Qualche passo più avanti insomma».

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