A bocce ferme e ad animi più calmi iniziamo oggi assieme al coaching staff dei GLS Dolphins Ancona un’analisi su che campionato è stato quello 2019 della prima squadra.
Per rispetto e tradizione iniziamo dall’head coach dei Dolphins, Roberto Rotelli.
Coach un giudizio sincero su che campionato è stato quello dei Dolphins:
«Ho sensazioni e sentimenti contrastanti». Immaginiamo. «Voglio dire. Sul piano prettamente sportivo non sono affatto soddisfatto. Il record di 2-6 parla da sé. Siamo rimasti fuori dai playoff ed abbiamo perso in casa lo scontro diretto per accedervi, peggiorando così il risultato dello scorso anno».
C’è un però supponiamo
«Sì. Però sapevamo che non sarebbe stata una stagione facile. Abbiamo utilizzato con costanza e fatto crescere molti, moltissimi giovani, tutti reduci da una se non due finali under 19. Molti son già titolari o comunque giocano la gran parte della partita. I ricevitori: Ripartivamo più o meno da zero e alla fine tutti quelli che hanno avuto una chance l’hanno sfruttata. Abbiamo chiuso in crescendo ed abbiamo avuto molte piacevoli sorprese. Ripartendo da zero con i ricevitori siam stati obbligati a provare sempre di più i running back e devo dire che le risposte sono state piacevolmente positive. Hanno fatto tutti bene sia in termini di yard guadagnate che di touchdown messi a segno. La linea di attacco per l’ennesima volta ripartiva da zero non per volontà nostra o dei ragazzi. Eppure piano piano è migliorata e si è affiatata al punto tale da stabilizzarsi. Infine la difesa è stata tra le migliori del campionato. E ciò è la base per il futuro. Insomma, ritengo che in molte situazioni difficili e di crisi abbiamo risposto in maniera adeguata e ciò è merito del mio coaching staff».
Si sono gettate basi importanti per il futuro. Possiamo dirlo?
«E’ la cosa più importante e di cui son più contento. Siamo la più piccola piazza d’Italia in prima divisione, eppure siamo sempre lì, tra mille sforzi e mille problemi».
Qualcosa che invece non le è davvero piaciuto?
«Un po’ troppi errori di alcuni singoli da cui forse mi aspettavo di più. Gli avevamo spiegato, io e il mio staff, molto bene cosa fare. Eppure determinati errori si sono ripetuti. Proveremo a correggerli nella off season se sarà possibile».
Tutto qui?
«Rispetto allo scorso anno abbiamo realizzato pochi extra point ed in generale gli special team non sono stati il nostro punto di forza, diciamo così… Lavoreremo molto anche su questo senza stare a dare colpe specifiche o fare processi sommari. Si crescerà tutti assieme. Infine siamo troppo troppo umorali. Ma credo che ciò sia dovuto anche alla giovane età della gran parte dei ragazzi».
Capitolo stranieri. Soddisfatto degli import?
«Anzitutto un grazie speciale a coach Rik Parker. Da assistant coach della difesa e da supervisor il suo apporto è stato unico. Siamo cresciuti tanto sotto i suoi consigli. E’ un amico e lo scambio ed il confronto di idee con lui è giornaliero».
E i giocatori?
«Andrew Bernardini era già stato con noi anni fa. Bene aveva fatto e bene ha fatto pure quest’anno. Concede forse poco allo spettacolo ma lo apprezzo molto. In attacco direi la stessa cosa per il quarterback Nelson Hughes. Non sarà spettacolare ma ha un mirino al posto del braccio ed ha permesso a tutta la batteria di ricevitori di crescere e ricevere. Dylan Albertson è stato dominante come ricevitore. Lo avevamo preso come difensore, ha dato il meglio in attacco. Bene comunque così».
Nei prossimi giorni le interviste agli altri coach dei Dolphins Ancona