LA STORIA DI NIC HARRIS SCRITTA DA DAVID GIVENS (TITOLO ORIGINALE “UNSUNG HERO”)

“Per il mondo puoi essere solo una persona, ma per una persona puoi essere il mondo”.
Mentre la N.F.L. è scossa da stagioni di lotte di potere, cambiamenti delle regole, giocatori contro il commissario, serrate dei proprietari e scandali vari, molti tifosi sono solo in cerca di un sollievo da tutti questi drammi. Siamo stanchi di tutto il dramma dentro e fuori dal campionato, ma soprattutto ci aspettiamo di più da questa impresa da miliardi di dollari e dai suoi coccolati atleti da milioni di dollari. Dove sono le buone storie, dove sono quelli che fanno la differenza? Con i giocatori che vanno e vengono di prigione come una porta girevole, viene un momento dove bisogna riportare al centro la comunità. Certo, molti dicono di creare fondazioni e di elargire soldi in beneficenza, ma quanti effettivamente lo fanno? Sicuramente con una lega di 32 squadre, una media di 20 coach per squadra e un totale di 1.696 giocatori dovremmo avere più esempi come Tim Tebow e Peyton Manning. C’è abbondanza di leadership in campo, ma dov’è la leadership fuori dal campo? Nei pressi di Nic Harris, un eroe sconosciuto che sta restituendo disinteressatamente e non si aspetta nulla in cambio.
Nic Harris.
Se non sei un tifoso degli Oklahoma Sooners allora probabilmente non sai chi è. Non è colpa tua; i tifosi tendono a trascurare i ragazzi che sono stati scelti nel 5 ° round del Draft NFL. Probabilmente non ti ricordi il suo primo anno da linebacker ai Bills o il suo ultimo anno ai Carolina Panthers. Un infortunio ha rallentato la sua carriera e ora è un free agent in cerca di una nuova squadra e di un lavoro. Tuttavia, questo articolo non è sul suo rendimento in campo. Ricordate quando ho parlato di eroi sconosciuti nel primo paragrafo? Beh, permettetemi di raccontarvi come fare la differenza un mattone alla volta.
I primi anni di vita di Nic Harris sembrano qualcosa uscito da un film su Lifetime. “Se pensate che “The Blind Side” era un buon film, è ancora poco per quello che ho passato”, afferma il veterano della NFL. Al riguardo si può essere d’accordo. Il 6 ottobre 1986 ad Alessandria, in Louisiana, Nic nasce da genitori minorenni che lo abbandonano quando aveva appena tre mesi, imponendogli di essere sballottato in giro più di un pallone per gli anni successivi della sua vita. Viene gettato principalmente ai nonni, ma non senza diverse fermate che terminano con notti da parenti vari, amici o allenatori occasionali; il tutto per evitare l’affidamento coatto. Le persone raramente comprendono questa forma di abbandono. Molti pensano che se si ha un tetto sopra la testa, allora va tutto bene. Ma la realtà è che finchè non hai una casa e una vita stabile, la tua vita è una lotta continua. Ci vuole davvero un animo forte per far fronte a tali circostanze. “In fin dei conti, l’esperienza mi ha aiutato ad aver a che fare con la vita. Dovendo crescere molto presto, mi ha permesso di confrontarmi con cose che la maggior parte delle persone non sarebbero in grado di gestire” dice Nic, riflettendo sui tempi duri del passato. In realtà, ha superato la sua situazione a casa fino a diplomarsi tra i migliori della sua scuola superiore, con la media dell’8. Inoltre, il suo valore in campo gli è valso numerose borse di studio offerte dalle migliori università di prima divisione.
Nic ha scelto di giocare a football per l’Università di Oklahoma, tra le 59 offerte di college ricevute. Avere 59 università interessate a te come giocatore di football, vorrà pur dire qualche cosa.
L’Università ha portato nuove sfide e, diventato membro dei Sooners, gli fu chiesto di cambiare ruolo, da safety a nickle back, tutto per soddisfare quello che la squadra aveva bisogno. Per molti è un grosso problema, ma per Harris fu una cosa piccola. Non si trattava di lui; si trattava della squadra. Nic aveva imparato quella lezione di vita da piccolo. Essere in grado di applicare ciò che si impara nella vita è un grande vantaggio, e lì è dove Nic ha attinto per “fare la differenza”. La stessa spinta usata per cambiare in campo, Nic l’ha usata per cambiare fuori dal campo. Impegnandosi nello studio in aula, che lo aiuta a scoprire e canalizzare molte energie fuori dal campo in attività di volontariato, presso la scuola pubblica Marcus Garvey e presso il Bridge Builders for Africans Americans. Ma non era sufficiente. Volendo far parte di una confraternita di lunga data è diventato un membro della Kappa Alpha Psi, per fare ancora di più per la comunità. Non è quindi una sorpresa che Nic divenne il primo “Homecoming King” nero della storia di Oklahoma University. Oltre a questo è arrivata la laurea in Fisioterapia con specializzazione in Kinesiologia. Aggiungete le specializzazioni in Sociologia e Studi Africani Americani e avete un ragazzo a tutto tondo. Non dimenticate le promesse fatte sul campo da football, che si concretizzano con il successivo Draft della NFL, il tutto in meno di 3 anni e mezzo. Non male per un ragazzo che pochi anni prima veniva passato in giro di mano in mano come un pallone da football.
Dopo che Nic è stato scelto al quinto giro del Draft dai Buffalo Bills, ancora una volta converte la sua posizione, questa volta da nickel back a linebacker esterno. Dopo appena una stagione produttiva si trova già fuori a guardare. Buffalo decide di liberarlo per un infortunio. Si fanno avanti i Carolina Panthers, che lo accolgono per la stagione successiva. Anche con la gioia di essere in un’altra squadra, Nic si è concentrato sugli sviluppi più importanti della sua vita. In onore di sua nonna, Hattie V. Harris, Nic ha fondato la Team Nic Foundation. “Mia nonna è l’architetto del mio successo. Purtroppo, è morta nel 2005. Ho creato la fondazione in suo onore”. La Team Nic Foundation è un programma orientato verso i giovani svantaggiati che sono stati dislocati o che hanno situazioni di vita difficili; molto simile a quello che Nic ha affrontato quando stava crescendo. Non più bambini gettati in giro come come palloni da football. La fondazione promuove l’importanza della salute e dell’istruzione. Ogni anno ospita una riunione di campioni nella sua città natale di Alessandria, stressando sul fatto di essere la persona migliore possibile fuori dal campo, prima ancora di eccellere sul campo. Porta altri giocatori NFL e relatori per motivare i giovani che frequentano il suo Camp. Lavorando insieme ad altre organizzazioni come la United Way, la Boys and Girls Club of America, e Big Brothers Big Sisters, ha contribuito a diffondere il suo messaggio a sempre più genitori e giovani. E se ciò non bastasse, è anche un oratore motivazionale. Principalmente parla ai bambini nelle scuole elementari, medie e licei. Il suo messaggio ai giovani di oggi è molto chiaro: “Alla fine della giornata c’èsempre la luce in fondo al tunnel. Dipende solo da quanto lontano puoi vedere. Non importa quanto è buio e quanto le cose possano sembrare cupe, bisogna capire che si deve continuare a spingere sempre. Non sai mai quanto sei vicino alla svolta”.
Così, volevate una buona storia su che cosa si fa per fare la differenza? Beh, l’avete; la storia di un uomo che ha superato le avversità, è diventata una persona di successo, nonostante tutte le probabilità contro di lui, eppure è ancora umile come sempre. Non dimenticando mai da dove è venuto, indipendentemente da quello che sta facendo in campo o fuori dal campo.
Al momento in cui scrivo questo articolo, Nic è un free agent in cerca della squadra giusta che gli dia un’occasione. Un’occasione che ripagherà in più modi che solo qualche placcaggio qua e là. Un’occasione che potrebbe fare un sacco di differenza nella vita di molte persone. Qualsiasi squadra che scommetta una possibilità su Nic Harris, guadagnerà molto di più di un gran giocatore, di un gran lavoratore. Guadagnerà un eroe sconosciuto. In un momento in cui il football ha bisogno di essere salvato dalla recente valanga di stampa negativa, solo un eroe lo farà.
Firmato David Givens

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