Viviamo tempi bui e drammatici. Lo sappiamo. Nonostante ciò proviamo a dare uno sguardo al futuro che verrà proponendo l’intervista fatta giorni fa a Rik Parker.
Supervisor coach dei GLS Dolphins Ancona, oltre che defensive coordinator ed assitant coach dei defensive back. Ex giocatore dei Dolphins negli anni ’90 ed un decennio passato in Svezia ad allenare. Soprattutto: un grande uomo.
Coach Parker è con i Dolphins dalla scorsa stagione e, finalmente, siamo riusciti ad intervistarlo.
Coach è un vero piacere averla finalmente qua, ospite con noi.
D: Questa è la sua seconda esperienza ad Ancona. Lei era già stato dai Dolphins nei primi anni ’90 come giocatore. Che città ha trovato e quali sono le differenze che più l’hanno colpita?
R: «E’ incredibile. Sono già passati trenta anni dalla mia prima esperienza ad Ancona. Logico, la città l’ho trovata molto cambiata in tutti questi anni. Ma sono cambiato anche io. Sono molto felice che nel corso di questo trentennio i rapporti con molti dei miei ex compagni dei Dolphins non si siano mai interrotti. E’ stata la base per il mio ritorno ad Ancona. Ah. Una cosa che proprio non è cambiata? Michele Morichi è ancora un tipo molto cazzuto –ride-».
D: Ci spieghi ora chi è, dove è nato.
R: «Sono cresciuto a Northeastern, nel Wisconsin. Sono il figlio di un allenatore di football che ha avuto molto successo nelle high school. Pertanto sono dentro al football da quando sono nato. Ho giocato a football alle scuole superiori sotto mio padre, poi ho giocato in un piccolo college e qui ho iniziato anche ad allenare. Ho conosciuto il football americano giocato in Italia grazie ad un coach, Roger Harring. Da quella volta la mia passione per il football internazionale non è mai svanita. Prima allenando le prime squadre, poi i ragazzi, preparandoli per un eventuale futuro sportivo negli States».
D: Per quale squadra tifa in NFL?
R: «Northeastern dista 20 minuti di macchina dal Lambeau Field. Pertanto sono un fan dei Green Bay Packers. Ma con il passare degli anni e a forza di allenare son diventato sempre meno un tifoso, se non della squadra che alleno in quel momento. Pertanto ora tifo per i GLS Dolphins Ancona».
D: Lo scorso anno non siamo purtroppo riusciti ad arrivare ai playoff. Cosa è mancato principalmente secondo lei?
R: «L’ultimo anno è già passato. Le analisi che dovevamo fare le abbiamo fatte alla fine della scorsa stagione. Abbiamo imparato dai nostri errori e ci siamo messi subito all’opera per migliorarci. Anzitutto perfezionando la resistenza e la condizione mentale. Poi quella fisica, l’etica del lavoro, la disciplina, l’allenare, l’apprendere e le responsabilità. Abbiamo introdotto tutti questi punti ai nostri ragazzi già questa estate durante il FinsUp Camp. Tutto ciò era e resta un work in progress».
D: E quest’anno? Cosa dovremmo fare per entrare ai playoff? Quali errori dovremmo evitare di commettere?
R: «La prima cosa che dovremmo fare è finircela di parlarne così tanto dei playoff. E’ cio che facciamo oggi che andrà a creare opportunità per il futuro. Occorre dare tutto ad ogni allenamento, essere competitivi e provare a migliorarsi ad ogni sessione e, soprattutto, divertirsi ad ogni allenamento. Occorre concentrarsi su ciò che riusciamo a controllare. Tutte queste cose, se fatte, pagheranno alla fine della stagione».
D: Lei oltre che supervisor coach è anche defensive coordinator e assistant coach dei defensive back. Si metta questo cappello e ci illustri in maniera ampia la difesa e i DB nello specifico.
R: «Non vedo l’ora di vedere la nostra difesa giocare quest’anno. È davvero un buon gruppo con un buon mix di giocatori esperti e giovani. Il nostro obiettivo è cercare di schierare ogni volta i migliori undici in campo. Vorremmo anche essere in grado di ruotare gli uomini in alcune posizioni. Penso che abbiamo una difesa veloce. Durante la preparazione abbiamo posto l’accento sui fondamentali e la tecnica anche per dipendere sempre meno dagli schemi. Raggiungi la palla e fai il tuo. Anche quest’anno i nostri import player dovrebbero fare la differenza. Volevamo un linebacker con molto fisico ed una safety in grado di difendere a tutto campo. Penso di averli entrambi. Ci sono fondamentalmente due valutazioni da fare per decidere se un giocatore può essere un ottimo difensore. La prima è: può arrivare alla palla in aria? La seconda è: è bravo a fare qualcosa una volta arrivato alla palla? Fortunatamente abbiamo un gruppo di difensori in cui la risposta a entrambe le domande è sì. E più o meno tutti possono giocare tutte e quattro le posizioni».
D: Il più bel ricordo che la lega al football.
R: «Il football mi ha dato decine e decine di momenti felici. Sono stato molto fortunato per questo. Ho fatto parte di molte squadre di successo. Ho potuto viaggiare e conoscere persone fantastiche. Ma il mio ricordo più bello è uno. Tutte le volte che riesco a parlare di football con mio padre e mio fratello».
D: Se proprio dovesse cambiare una regola di questo straordinario sport, quale sarebbe?
R: «Mi piace la via intrapresa e come le regole stanno cambiando. La cosa più importante è la sicurezza dei giocatori. Sta a chi allena rispondere nella maniera giusta a questi cambiamenti. Specie se si allenano i giovani».
D: Per ultimo un messaggio a tutti i tifosi dei GLS Dolphins Ancona affinchè, appena tutti questi problemi saranno passati, vengano a vedere la squadra della loro città.
R: «Il mio messaggio ai fan di Dolphins è questo. Questa squadra sta attraversando un cambiamento culturale. Un cambiamento positivo. Guidato da alcuni giovani giocatori di grande talento atletico e pieni di energie. Molti di questi ragazzi non solo giocheranno in attacco, in difesa e nei special team, ma porteranno una linfa completamente nuova in ogni gioco. Speriamo assumano anche ruoli di leadership per accelerare il cambiamento. Il gioco è cambiato e sta cambiando. Il modo di giocare è cambiato. Il modo in cui viene praticato il gioco è cambiato. E la preparazione al gioco è cambiata. Devi prepararti a giocare a questo tipo di football. I giocatori più giovani lo capiscono. Vogliono giocare al football americano del 2020. Vogliono fare giocate straordinarie e festeggiare. Vogliono giocare con la stessa intensità indipendentemente da chi sia l’avversario. Vogliono rialzarsi non appena si cade. Vogliono divertirsi. Vogliono vincere. Tutto questo è ciò che si vedrà durante la stagione».
Grazie Coach!