Il 26 giugno scorso, durante la trasferta americana dei GLS Dolphins a Toledo, Ohio, la Federazione Italiana di American Football ha ufficializzato i nominativi dei tre indotti della Classe 2025 nella Hall of Fame tricolore.
Tra i tre nominativi uno in particolare è stato accolto con entusiasmo in casa Dolphins, quello di coach Roberto Rotelli che sabato prossimo a Cecina, in occasione delle finali di terza e seconda divisione, riceverà la giacca che individua gli immortali del football americano, coloro che con la loro attività hanno contribuito significativamente alla crescita del football americano in Italia.
La carriera sportiva di Roberto Rotelli inizia come giocatore dei Dolphins dal 1987 al 2006 compreso, OL/C e Capitano della squadra, con cui ha giocato 5 semifinali, 4 Italian Bowl oltre a varie partecipazioni a Campionati Europei – sesta squadra nel ranking europeo 2002, 215 partite giocate in totale (19 stagioni). Smessi i panni del giocatore, Rotelli ha indossato con successo quelli dell’allenatore e del dirigente, sempre ad Ancona, e il suo vanto personale è quello di avere contribuito allo sviluppo ed alla evoluzione di giocatori che poi sono diventati coach, contribuendo alla creazione del sistema vincente di gestione tecnica Dolphins. Come dimenticare le tre stagioni da allenatore professionista con l’università di Wartburg College (Iowa). Dal 2021 fa anche parte dello staff tecnico della Nazionale Italiana U19 tackle e dal 2024 ha assunto l’incarico di Direttore Tecnico dei GLS Dolphins Ancona, sovrintendendo tutti i programmi agonistici dei marchigiani.
Beh coach tanta roba! <Ah si – sorride soddisfatto Roberto Rotelli – una grande soddisfazione per me e credo anche per i Dolphins che sono grande parte di questo titolo>. Non fare il modesto, il titolo è tutto tuo. Un premio alla tua carriera da atleta e da allenatore nella quale hai sempre dimostrata una caparbia determinazione a migliorarti migliorando anche quelli che ti stavano affianco. <Grazie per quello che dici – continua il programmatore di professione icona dei Dolphins di fatto – sicuramente per mia natura non sono uno che si accontenta. Mai. Da giocatore nei momenti di massimo successo dei Dolphins, fine anni novanta primo lustro del nuovo millennio – mi allenavo quotidianamente tra campo e palestra senza risparmiarmi. E credo che di aver fatto il massimo di cui ero capace e per questo non ho rimpianti. Parimenti sin da quando ho iniziato ad allenare ho sempre cercato il confronto con allenatori pi preparati di me rubando nei seminari ma anche con l’occhio.> A proposito nel tuo carniere anche una generazione di allenatori <Ancona essendo isolata – il biondo Her Major prosegue – ha dovuto rendersi autosufficiente per non scomparire e così ho avviato alla side line coloro che lasciando il campo o venendo da altri ambiti ha dimostrato interesse per lavorare con i giovani con impegno e preparazione. Ed in questo devo ringraziare anche il CONI Marche del presidente Luna per organizzare con continuità dei seminari di formazione tramite la Scuola Regionale dello Sport.> Ancona ha un peculiarità, quella di non avere un coaching staff in busta paga. Può bastare la passione? <Non nego che a volte mi sono chiesto chi me lo fa far a passare tre o quattro sere alla settimana al campo, con pioggia freddo e caldo afoso. Essendo anche nel Direttivo dei Dolphins so bene come vengono gestiti ed investiti i capitali. Se iniziassimo a far girare emolumenti, avendo otto squadre, avremmo dei costi importanti ma soprattutto andremmo a minare lo spirito di “dilettantismo professionale” che ci permette di continuare questa attività>. Se guardi indietro cosa ti manca e se guardi avanti quali i prossimi obiettivi? <Come detto penso di avere sempre dato il massimo e mi spiace solo non avere vinto almeno uno dei quattro Italia Bowl disputati (tutti persi contro l’armata Lions Bergamo). Ma oramai ho fatto pace con me stesso e con il passato. Il mio prossimo obiettivo a questo punto è quello di alzare il livello di competitività di tutte le nostre formazioni giovanili – Rotelli parla da Direttore Tecnico puro – che da ottobre parteciperanno ai tornei Under 12, 15 e 18. In sostanza quest’anno chiuderemo con otto campionati in stagione e spero di portare almeno un paio di squadre ai play off. In questo mi aiuteranno alcuni nuovi allenatori che inseriremo nei programmi giovanili, terreno fertile di formazione per chi vuole stare in side line. Poi il prossimo anno magari riusciremo anche ad organizzare il campionato Senior di Flag football ed allora avremo completato l’offerta sportiva. Saremmo anche tra i pochi per non dire gli unici di Italia.> Per il capoluogo di una regione come le Marche che fa 100.000 abitanti in tutto un traguardo incredibile. <La nostra crescita è funzione della fiducia che abbiamo creato attorno alla nostra società in oltre quaranta anni di storia. Abbiamo sponsor che vogliono unirsi a noi perché credono nell’attività sociale che tramite lo sport promuoviamo. Integrazione sociale, attenzione ai piu’ deboli, bullismo e parità di genere non sono temi di cui parliamo o peggio che sbandieriamo: noi li viviamo quotidianamente.> Sicuramente la famiglia Rotelli intesa come padre e figli (Raffaele e Valentino) è una delle piu’ dominanti nel panorama del football degli ultimi trent’anni. <Il merito è in primis dei figli – cuore di papà – e solo in parte il mio anche se devo essere onesto, allenare loro è stata ed è una delle prove piu’ difficili da coach. Oramai sono tarato perché in realtà ho visto tutti questi ragazzi crescere nelle nostre giovanili dai Moretti ai Giardinieri, dagli Orlandini ai Petrilli per non dire Bugatti, Nocera, Chiappini, Brancaccio e Gambelli. Mi scusino chi non ho nominato, perché in realtà li abbiamo tirati su tutti come fossero nostri figli. In molti casi ho giocato con i genitori ed allenato i figli. Una bella storia, davvero.> Bene ora che sappiamo un po’ di piu’ di Roberto Rotelli siamo pronti a celebrarlo come si deve sabato prossimo quando entrerà nella Hall Of Fame d’Italia.