Ha conquistato tutti con la sua naturale simpatia e la sua dedizione alla causa Dolphins.
Sempre pronto e disponibile a ricoprire ogni ruolo o incarico con il massimo impegno e l’assoluta disponibilità.
Stiamo parlando di Renzo Gallina da poco nominato capo e responsabile del Fins Up Camp 3.
E dato che questa per i Dolphins è la settimana del camp proseguiamo con la presentazione dei suoi protagonisti intervistando proprio Gallina.
Renzo, sei contento di questa promozione?
«Mi ci hanno messo perché nessuno voleva prendersi questa briga» esordisce ridendo Gallina, che poi prosegue «Tornando seri la cosa mi fa felice e mi rende orgoglioso. Sono pronto ad assumermi questa responsabilità che ho accettato molto volentieri. L’organizzazione è Dolphins Academy e non Dolphins. Ma poco cambia. Sempre in famiglia restiamo».
Hai già partecipato ai precedenti Fins Up Camp?
«Ho fatto interamente il camp dello scorso anno come covid manager. Incarico che poi ho svolto anche nelle giovanili ed in prima squadra. Al primo camp di Montemarciano invece ho partecipato solo di sfuggita».
E adesso la promozione a responsabile dell’intero camp. «Ribadisco fa molto piacere. Un attestato di fiducia e stima nei miei confronti. Un passo naturale dopo le tante esperienze maturate in vari ambiti dirigenziali nella famiglia Dolphins. Ringrazio la Dolphins Ancona Academy ed i Dolphins per questo».
Come giudichi il camp dello scorso anno?
«Una bellissima esperienza, stimolante e formativa. Quest’anno la ripeteremo e la miglioreremo confermando ciò che di buono c’era ed aggiungendo qualche cosa qua e la. Il Fins Up Camp ha ormai una rilevanza nazionale dato che sempre più ragazzi arrivano da altre città che non sono Ancona».
Qualche esempio?
«Al momento due giovani verranno da Bologna, due da Perugia, due da Barletta, due da Imola e una ragazza da Forlì».
E per quanto riguarda Ancona? Tutti ragazzi dell U18 o anche qualche debuttante assoluto?
«Altri 7-8 ragazzi saranno invece dei completi novizi del football».
Altro?
«Garantiamo la massima sicurezza contro il covid offrendo il tampone a tutti i partecipanti, igienizzando continuamente gli ambienti. Chi entra e chi esce dalla nostra bolla sarà immediatamente controllato e ricontrollato. Sono periodi particolari e difficili per tutti. Non so se siamo gli unici a fare simili iniziative. Di certo ci proviamo fornendo la massima sicurezza possibile seguendo norme e leggi vigenti e aggiungendoci altre rigide procedure nostre. Cerchiamo di portare sempre avanti la linea societaria basata sui giovani. Ed il fatto che vi siano dei ragazzi senza alcuna esperienza, come dicevo alla domanda precedente, è molto importante per noi. Significa che nuove leve si affacciano al football».
Tu sei uno dei pochissimi a far parte della famiglia Dolphins senza aver mai giocato a football…
«E’ assolutamente vero».
Come sei entrato nella società allora?
«Mio cognato è Simone Domenichetti. Leggenda dei Dolphins Ancona e attuale defensive coordinator della under 18. Da oltre venti anni quindi mi sono appassionato al football che subito mi è piaciuto. Poi con mio figlio Mattia che ha fatto le giovanili nei Dolphins sono entrato anche come dirigente. Credo tre anni fa. Mio figlio ha smesso col football giocato. Io ho proseguito come dirigente per amicizia e fiducia con gli allenatori e gli altri dirigenti della società. E ovviamente per passione».